Pittura, critica d’arte e cinema: da Piero a Pasolini tramite Longhi

Pasolini e la tridimensionalità illusoria della pittura

di Tommaso Mozzati, alias, 3-7-2022

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Da “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, 1964, foto Angelo Novi
Centenario Pasolini. Da Masaccio a Piero, le lezioni di Longhi all’università e i loro effetti sulla produzione cinematografica: «Folgorazioni figurative», la mostra bolognese

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Esperimenti espositivi in una grande collezione

Frick Collection, Bellini nella scatola brutalista. Parla Xavier Salomon

di Tommaso Mozzati, Alias, 4-4-2021

New York, Frick Collection, la sala «di» Giovanni Bellini nella disposizione al Met di Marcel Breuer

New York, Frick Collection, la sala «di» Giovanni Bellini nella disposizione al Met di Marcel Breuer

Una conversazione con il Deputy Director del museo newyorkese sulla 70ma Strada. Il progetto della nuova Frick e la gagliarda decisione di spostare intanto le collezioni dalla residenza Gilded Age al Met Breuer: “Come traslocare la Galleria Borghese al Palazzetto dello Sport…”

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L’austero Moroni a New York

Moroni, anomalie nella chiarezza

La mostra di Giovan Battista Moroni a New York, Frick Collection. I curatori (Simone Facchinetti, Arturo Galansino, Aimee Ng) mettono a fuoco deroghe significanti nell’‘œuvre’ sobria e pia del pittore bergamasco del Cinquecento

di Tommaso Mozzati, Alias, 21-4-2019

Alla Frick Collection di New York il
Alla Frick Collection di New York il “Ritratto di Alessandro Vittoria” di Giovan Battista Moroni, del Kunsthistorisches Museum di Vienna, confrontato con un pezzo del II secolo d. C., del Detroit Institute of Arts

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Leonor Fini: surrealista a la page e glamour, donna e narcisista

Il bal masqué di Leonor Fini

Leonor Fini in mostra a New York, Museum of Sex. In mostra le opere più ambiziose della pittrice surrealista, che impose i suoi travestimenti a guerra finita, fra savoir-vivre della vecchia aristocrazia e nuovo jet-set in technicolor

Leonor Fini, “Les Aveugles”, 1968

Nel 1946, a guerra ormai finita, la festa mobile – spentasi all’improvviso, in tutta Europa, nel turbine delle conquiste nazi-fasciste – si riaccese, in maniera repentina, nei salons eleganti di una Parigi liberata, oltre i sobri prospetti londinesi, nelle piazze, nei palazzi di un’Italia resa al cicaleccio brillante e alla mondanità cosmopolita, lontana dai fasti autarchici della crème mussoliniana.

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Microcosmo fiammingo a New York

Van Eyck, una cella claustrale nel cuore di Manhattan

Alla Frick Collection di New York, “The Charterhouse of Bruges: Jan van Eyck, Petrus Christus, and Jan Vos”, a cura di Emma Capron. Rilievi mariani, grani intagliati, piccole ancone ‘da camera’, figurine di «priant» fanno corona alla preziosa tavola eyckiana di proprietà Frick

Jan van Eyck, “Madonna col Bambino, Santa Barbara e Sant’Elisabetta con il donatore Jan Vos”, New York, The Frick Collection

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Grant Wood e il regionalismo: una corrente pittorica mitopoietica, in rivolta contro la città.

Grant Wood, modernità del regionalista

Grant Wood al Whitney Museum di New York, a cura di Barbara Haskell. La mostra sul pittore dello Iowa cerca di ricondurre la sua opera, segnata dalla rivincita del Village nei confronti della City, in un canone «progressista», sotto forma di astrazione e di ordine. Ciononostante è difficile sottrarsi alla fantasia che venga celebrato il Paese degli elettori di Donald Trump…

Grant Wood, “Spring Turning”, Reynolda House Museum of American Art, Winston-Salem, North Carolina

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