Plautilla Bricci: la prima architettrice nella Roma del Seicento

Plautilla, i molteplici carismi di un’artista con miracolo

di Luca Annibali, Alias, 13-3-2022

Plautilla Bricci,

Plautilla Bricci, “San Luigi IX di Francia fra la Storia e la Fede”, part., 1676-’80, Roma, San Luigi de’ Francesi

Sulla via della Lungara, a Trastevere, si trova uno dei luoghi più affascinanti di Roma, Palazzo Corsini, che ancora custodisce la collezione d’arte qui raccolta dai proprietari settecenteschi, e che oggi è una delle due sedi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. La sua quadreria è famosa per i capolavori del Seicento romano, in primis il Battista adolescente di Caravaggio, così come importanti dipinti di Rubens, Reni, Orazio Gentileschi. Leggi tutto “Plautilla Bricci: la prima architettrice nella Roma del Seicento”

Giuditta: quando la donna dice basta

Caravaggio, Artemisia e gli altri. Rivoluzione Giuditta: la mostra a Roma

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 6-1-2022

Sala della mostra Caravaggio e Artemisia. La sfida di Giuditta. Foto di Alberto Novelli

Recensione della mostra “Caravaggio e Artemisia. La sfida di Giuditta” (a Roma, Palazzo Barberini, fino al 27 marzo 2022).

Caravaggio e Artemisia Gentileschi: due nomi che, se posti in capo al titolo di qualunque rassegna espositiva, probabilmente bastan da soli a garantirne il successo. E così parrebbe essere anche per Caravaggio e Artemisia. La sfida di Giuditta, la mostra allestita nelle sale al piano terra di Palazzo Barberini a Roma fino al 27 marzo 2022 e che ha già incontrato l’ampio consenso del pubblico. Tolta la tara al titolo, la rassegna curata da Maria Cristina Terzaghi è essenzialmente dedicata alla fortuna iconografica della Giuditta che decapita Oloferne di Michelangelo Merisi, uno dei quadri più famosi della raccolta di Palazzo Barberini, forse secondo soltanto alla Fornarina di Raffaello.

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La Verità di Bernini si svela col tempo

Gli anni bui di Bernini e la sua rivalsa col marmo: la Verità della Galleria Borghese

di Claudia Farini, Finetre sull’Arte, 12-12-2020

Gian Lorenzo Bernini, La Verità svelata dal Tempo (1646-1652; marmo di Carrara, altezza 277 cm; Roma, Galleria Borghese)

Dopo la delusione dei campanili di San Pietro, Bernini affidò la sua rivalsa al marmo e scolpì uno dei suoi più grandi capolavori, la “Verità svelata dal Tempo”.

 

Il 5 febbraio del 1629, regnante il papa di casa Barberini, Urbano VIII, Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 1598 – Roma, 1680) fu nominato nuovo architetto della Fabbrica di San Pietro, a pochissimi giorni dalla morte del predecessore Carlo Maderno (Capolago, 1556 – Roma, 1629). A quest’ultimo già il pontefice Paolo V aveva affidato, agli inizi del secolo, il compito di erigere le due torri campanarie della basilica petrina. Tuttavia l’operazione si era rivelata più problematica di quanto previsto, soprattutto a causa della presenza di torrenti sotterranei che rendevano il terreno instabile e che dunque avevano complicato la realizzazione delle fondazioni. Leggi tutto “La Verità di Bernini si svela col tempo”

Virile accettazione del destino: Caravaggio a Malta

Il capolavoro di Caravaggio a Malta: la “Decollazione di san Giovanni Battista”

di Federico Giannini e Ilaria Baratta, Finestre sull’arte, 19-10-2020

Caravaggio, Decollazione del Battista (1608; olio su tela, 361 x 520 cm; La Valletta, Concattedrale di San Giovanni)

È nota a tutti, anche a chi non ha profonde conoscenze di storia dell’arte, per essere l’unica firmata tra le opere note di Caravaggio (Michelangelo Merisi; Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610), nonché la più grande: è la Decollazione di san Giovann Battista, capolavoro del 1608 conservato nella Concattedrale di San Giovanni a Valletta, capitale di Malta. Ed è un’opera firmata letteralmente col sangue: quello che scorre dal collo del Battista, ormai riverso a terra esanime, mentre uno degli sgherri di Salomè sta finendo di staccare la testa dal corpo, tenendo il santo a terra, per i capelli. Caravaggio si firma “f. Michelang[e]lo”, dove la “f” puntata (che sta per “fra’”) indica la sua condizione al tempo dell’esecuzione del dipinto: l’artista lombardo era stato infatti nominato cavaliere di Malta il 14 luglio del 1608 (“fra’” era l’apposizione con la quale i cavalieri venivano appellati), e per l’esattezza Cavaliere dell’Obbedienza Magistrale, il massimo grado cui Caravaggio poteva ispirare, dal momento che gli ordini più elevati, quelli di Grazia e di Giustizia, erano riservati solo alla nobiltà, alla quale il pittore non apparteneva. Leggi tutto “Virile accettazione del destino: Caravaggio a Malta”

Genialità di Longhi su Velazquez

Roberto Longhi: scherzo manzoniano, divinare Velázquez

di Federico De Melis, Alias, 30-8-2020

Diego Velázquez,

Diego Velázquez, “La rissa all’Ambasciata di Spagna”, 1630 ca, Roma, Galleria Pallavicini

Nel 1950 Roberto Longhi destina a una sede privilegiata, il primo numero di «Paragone Arte», lo scritto con l’attribuzione a Diego Velázquez di un piccolo dipinto conservato a Roma, nella collezione dell’‘Aurora’, in palazzo Pallavicini-Rospigliosi. Titola l’opera, vedremo perché, La rissa all’Ambasciata di Spagna. Poche pagine prima, a seguire l’editoriale della rivista da lui fondata, splendono le Proposte per una critica d’arte, in cui Longhi accoglie «l’impegno assunto da Manzoni nel 1822: “Io faccio quel che posso per penetrarmi nello spirito del tempo che debbo descrivere, per vivere in esso”». Leggi tutto “Genialità di Longhi su Velazquez”

De La Tour tra mistica della luce ed esistenza arrogante. La mostra di Milano

Notturni a lume di candela. Il caravaggismo di Georges de La Tour. In mostra a Milano

di Ilaria Baratta, Finestre sukll’arte, 18-7-2020

Georges de La Tour, Maddalena penitente (1635 - 1640; olio su tela, 113 x 92,7 cm; Washington, National Gallery of Art)

Recensione della mostra “La Tour. L’Europa della luce”, a Milano, fino al 27 settembre 2020.

Uno dei maggiori artisti del Seicento francese, Georges de La Tour (Vic-sur-Seille, 1593 – Lunéville, 1652), è stato riscoperto ben tre secoli più tardi, quando nel 1915 lo storico dell’arte tedesco Hermann Voss attribuì Il neonato del Musée des Beaux-Arts di Rennes e altre due opere conservate nel museo di Nantes, Il sogno di Giuseppe e La negazione di Pietro, al pittore Georges Dumesnil de La Tour, confrontandoli con ricerche d’archivio compiute nell’Ottocento dallo studioso lorenese Alexandre Joly. Leggi tutto “De La Tour tra mistica della luce ed esistenza arrogante. La mostra di Milano”

Inafferrabile Georges de La Tour

A Milano si tiene la prima mostra in Italia su Georges de la Tour con capolavori da musei internazionali

Finestre sull’Arte, 9-2-2020

A Milano si tiene la prima mostra in Italia su Georges de la Tour con capolavori da musei internazionali

A Milano, Palazzo Reale apre le porte a Georges de La Tour. L’Europa della luce, la prima mostra in Italia dedicata al più celebre pittore francese del Seicento e ai suoi rapporti con i grandi maestri del suo tempo in programma dal 7 febbraio al 7 giugno 2020. Leggi tutto “Inafferrabile Georges de La Tour”

Interno olandese secentesco

Entrare nelle case dell’Olanda del Seicento con le opere di Pieter de Hooch

da Finestre sull’arte, 28-11-2019

Pieter de Hooch, Il dovere di una madre (1658-1660 circa; olio su tavola, 52,5 x 61 cm; Amsterdam, Rijksmuseum)

La prima monografica olandese dedicata a un importante artista del Seicento, Pieter de Hooch, pittore di Delft, è occasione per una breve incursione nella sua arte.

La città di Delft è continuamente accostata al luogo che diede i natali a Jan Vermeer (Delft, 1632 – 1675), il celebre pittore della Ragazza con l’orecchino di perla che qui nacque e trascorse la sua intera esistenza. Semplicemente camminando per le strade di Delft ci si trova di fronte infatti alla casa in cui visse con la moglie, alla corporazione degli artisti di cui Vermeer faceva parte, ovvero la Corporazione di San Luca (St. Lucas Gilde in olandese), all’edificio in cui nacque, che oggi ospita un ristorante, e alla Oude Kerk, la chiesa più antica della città, dove l’artista è sepolto, e il cui campanile è pendente, come la Torre di Pisa. Leggi tutto “Interno olandese secentesco”

Classicismo secentesco del Domenichino

Raffinatezza, bellezza e mito: la Sibilla Cumana del Domenichino

di Ilaria Baratta, 17-11-2019

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Una giovane volge lo sguardo verso l’alto e dalla sua bocca semiaperta pare emettere un suono, un canto; il suo viso dolce e delicato ha i toni rosei della fanciullezza. I capelli lisci e biondi sono raccolti e avvolti in un morbido lussuoso turbante, come fastoso e ricco nei panneggi è l’abito che indossa color dell’oro e dalle spalle sulle pallide braccia le ricade un manto dai toni arancionati decorato con motivi dorati. Le sue mani lisce e delicate poggiano su un libro che lei tiene aperto quasi ad angolo retto su una sorta di basamento e con la sinistra stringe inoltre un bianco cartiglio. Da dietro quel basamento spunta eretto il manico di una viola. La ragazza si trova in un interno, appoggiata proprio sotto un’apertura verso l’esterno da cui si nota l’azzurro del cielo e il verde delle foglie di alloro, mentre sulla parete in primo piano, accanto alla giovane, cresce una pianta di vite. È così che si mostra all’osservatore la celebre Sibilla Cumana raffigurata dal Domenichino (Bologna, 1581 – Napoli, 1641). Leggi tutto “Classicismo secentesco del Domenichino”