Il giovane Tintoretto, dagli esordî fino allo spettacolare Miracolo dello schiavo
“Essendo molto inclinato da natura al disegno, si diede con gran diligenza à disegnare tutte le cose buone a Vinegia, e fece grande studio sopra le statue rappresentanti Marte, e Nettuno di Jacopo Sansovino, e poscia si prese per principal maestro l’opere del divino Michelagnolo, non riguardando à spesa alcuna per haver formate le sue figure della Sacrestia di San Lorenzo e parimente tutti i buoni modelli delle migliori statue che siano in Firenze […] ma nel colorire dice havere imitato la natura, e poi particolarmente Tiziano”: così scrisse, nel 1584, il letterato e critico d’arte Raffaello Borghini (Firenze, 1537 – 1588) a proposito di Jacopo Robusti detto Tintoretto (Venezia, 1519 – 1594).
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