La tutela e la storia dell’arte. Una conversazione con Federico Zeri
di Bruno Zanardi, Finestre sull’arte, 5-8-2022
la storia dell'arte libera la mente
di Bruno Zanardi, Finestre sull’arte, 5-8-2022
di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 20-8-2021
di Tomaso Montanari, da Emergenza cultura, 24-8-2021
Mi sono dimesso dal Consiglio superiore dei Beni Culturali per protestare contro l’arroganza del ministro della Cultura Dario Franceschini e denunciare l’umiliazione di quello che dovrebbe essere il massimo organo tecnico-scientifico del patrimonio. Leggi tutto “Franceschini mette un sostenitore del neofascismo alla direzione dell’Archivio Centrale e Montanari si dimette”
di Tomaso Montanari, Emergenza Cultura, 27-7-2021
Immaginiamo che la direttrice del Bargello chieda a Jeff Koons di reinterpretare il Bacco di Michelangelo: e che quello si metta a dorarne i capelli, colorandogli sul marmo un paio di brache rosse da topolino. O che il direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia chieda a Damien Hirst di risemantizzare la Tempesta di Giorgione, e che quello la metta in una teca stagna e la cali in una vasca piena di squali vivi. E che entrambi questi interventi vengano decisi appunto dai direttori autonomi, senza consultare i loro stessi consigli scientifici, né le soprintendenze e i comitati tecnico-scientifici ministeriali. E che siano interventi senza una data di conclusione. E, naturalmente, che vengano inaugurati dal ministro per i Beni culturali. Ebbene, è esattamente quello che è successo alla chiesa di San Gennaro (1745-1776) nel Bosco di Capodimonte a Napoli, un’opera di un grandissimo architetto del tardo barocco: Ferdinando Sanfelice. Leggi tutto “L’arroganza dei politici cancella un capolavoro settecentesco e insulta ogni principio di tutela e restauro”
di Tomaso Montanari, “Il Fatto Quotidiano” il 12 ottobre 2020
Probabilmente fino a qualche mese fa parlare, su un giornale, di comitati tecnico-scientifici dei Beni culturali sarebbe sembrato un po’ astruso. Ma oggi forse è diverso: oggi che la nostra vita quotidiana dipende dai medici del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile.
Leggi tutto “Quando i politici prendono il posto dei tecnici della cultura”
di Tomaso Montanari, Emergenza cultura
Con questo quinto, e ultimo, lunedì di agosto giunge a termine, come promesso, il nostro itinerario nel patrimonio culturale italiano. Dopo un parco incantato che conserva parole e tombe di uomini illustri a Napoli e una cappella barocca a Taranto, dopo una città intera (Siena) con la sua festa, e dopo un singolo quadro celebre in un grande museo a Venezia, finiamo nell’unico modo in cui può finire un viaggio senza fine: e cioè con un’opera d’arte che si muove essa stessa. Leggi tutto “Mobilità della street art: inscindibilità di arte e politica”
di Donata Levi, Alias, 30-8-2020
Alessandro Algardi, “Ritratto di gentiluomo” (Cardinal Laudivio Zacchia?), 1635-’40 ca, marmo, Berlino, Staatliche Museen, Skulpturensammlung
Uomo di museo uscito dalla scuola di Vienna, fu uno di quei «tecnici senza idee» di cui, secondo Annah Arendt, il nazismo aveva sistematico bisogno. Tema, la «scienza del conoscitore» tra potere e morale: come poi questa scienza fosse interpretata al meglio da Posse, lo mostra una sua attribuzione ad Algardi…
«I nazisti avevano le loro idee – ciò che serviva loro erano tecniche e tecnici totalmente privi di idee» , sostenne Annah Arendt con una sentenza forse involontariamente assolutoria, discutibile e discussa. Leggi tutto “Storici dell’arte e nazismo: Posse”
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Cosa fare dei monumenti scomodi che abbiamo ricevuto in eredità dal passato? Cancellare la memoria non è la strada: quello che serve, specialmente in un paese selettivamente smemorato come il nostro, occorre guardare a esempi di rideterminazione degli spazi della memoria. Leggi tutto “Quando i monumenti sono detestabili”
di Federico Giannini, 31-10-2017
Iscrizione sulla Torre Civica di Sermide (Mantova) con la scritta “fascista” abrasa. Alle ultime elezioni del piccolo comune lombardo, una lista con il fascio littorio nel simbolo è entrata in consiglio comunale. Ph. Credit Finestre sull’Arte
Trovare una risposta unica alla domanda lanciata dal già ampiamente discusso articolo del New Yorker firmato da Ruth Ben-Ghiat, che si chiedeva per quale motivo in Italia esistano ancora così tanti monumenti del ventennio fascista, è impresa praticamente impossibile, dacché occorrerebbe ripercorrere la storia d’ognuna delle singole vestigia del regime che ancora rimangono intatte. Per rispondere al quesito si può però partire da una necessaria premessa storica: in Italia, la defascistizzazione avanzò in modo piuttosto confuso e caotico, e senza rispondere ad alcun sistematico coordinamento, con la conseguenza che il processo incontrò non poche difficoltà, non riuscì a essere veramente incisivo (anche per il fatto che molti funzionarî coinvolti dalla defascistizzazione, che doveva riguardare tutti gli aspetti della sfera pubblica, dalla scuola all’amministrazione, dall’esercito alla magistratura e via dicendo, erano loro stessi implicati col regime), e sul piano politico sperimentò un’importante battuta d’arresto con l’amnistia Togliatti al punto che, a detta della stragrande maggioranza degli storici, gli esiti furono pressoché fallimentari. Leggi tutto “I monumenti fascisti vanno distrutti?”
di Federico Giannini, finestre sull’arte, 12-6-2020
Provo un profondo imbarazzo quando leggo certi giudizî affrettati e superficiali sull’ondata di proteste del movimento Black Lives Matter che ha investito i paesi anglosassoni e, in misura minore, il resto del mondo occidentale. Trovo che sia naturale: dalla nostra posizione di bianchi benestanti (e magari maschi ed eterosessuali) non possiamo immedesimarci nella rabbia di chi sta manifestando o di chi arriva al punto di abbattere i monumenti controversi. Leggi tutto “Sulla distruzione dei monumenti scomodi o inaccettabili”