Christo l’impacchettatore

Christo, rivelazione di un ponte

A Parigi, Centre Pompidou, la mostra della coppia Christo/Jeanne-Claude “Paris!”. I suoi «impacchettamenti», un discorso sul funzionamento segreto dell’arte pubblica: così, il caso del Pont Neuf, cuore del percorso

di Riccardo Venturi, Alias, 12-7-2020

Christo e Jeanne-Claude,

Christo e Jeanne-Claude, “The Pont-Neuf Wrapped (Project for Paris)”, 1985; foto © Centre Pompidou, Philippe Migeat

Nell’opera di Christo Vladimirov Javacheff (1935-2020) e Jeanne-Claude Denat de Guillebon (1935-2009) coesistono due operazioni incompatibili: da una parte una sfida all’impossibile, poetica quanto suicidaria, impacchettare ovvero un monumento, un’architettura, un paesaggio o, per citare il suo ultimo intervento in Italia di grande successo (1.200.000 visitatori), il lago Iseo (The Floating Piers, 2016). Leggi tutto “Christo l’impacchettatore”

Complessità e molteplicità di Picasso

Picasso, ribellione allucinatoria con i tableaux magiques

A Parigi, Musée Picasso, “Picasso. Tableaux magiques”, a cura di Émilie Bouvard, Marilyn McCully, Michael Reaburn. Fine anni venti: Picasso dipinge 152 «quadri magici», dove riscopre l’arte “nègre” per radicalizzare lo scontro dialettico con la realtà. Come insegna Carl Einstein…

In Picasso l’arte africana non fu soltanto un repertorio di suggerimenti formali e operativi, ma anche, e più, la chiave per liberare il quadro dalla sua secolare dipendenza dalla realtà, così da imporlo in totale autonomia, organismo autoconcluso, oggetto. Niente di più lontano dall’idea di mimesi, del feticcio nègre, concepito come interfaccia del Divino e dunque strutturato secondo principî – plastici – che lo alienano dal mondo fenomenico. Leggi tutto “Complessità e molteplicità di Picasso”

Blockbuster ma di qualità: la mostra di Leonardo al Louvre

Dentro la selva di tutte le cose apparite: Leonardo al Louvre

A Parigi, Louvre, “Léonard de Vinci”, a cura di Vincent Delieuvin e Louis Frank . Non era scontato che la pressione del marketing risparmiasse gli indici di qualità della mostra: la quale “tiene”, con una narrazione fluida e un bel po’ di capolavori. La temperatura aumenta nel rovello grafico, che indica la “difficoltà” di Leonardo nel fissare le pulsioni del mondo in forme perfette

Massimo Romeri, alias, 15-12-2019

Parigi, Louvre, davanti alla

Leonardo è morto ad Amboise cinquecento anni fa. Oggi il suo nome è un marchio, la sua figura, tra mito e marketing, l’incarnazione del genio umano. È perciò piuttosto scontato che una grande mostra come quella del Louvre (Léonard de Vinci, fino al 24 febbraio 2020, a cura di Vincent Delieuvin e Louis Frank) richiami le folle; non è invece pacifico che un’esposizione con un così forte impatto popolare rispetti le simmetrie tra attesa e ricaduta qualitativa. Eppure al Louvre si è riusciti ad allestire una rassegna che tiene, una narrazione fluida e ininterrotta con un numero importante di capolavori, senza i tonfi, le farse, le pezze che spesso rendono questi eventi più nocivi che utili.

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El Greco, il visionario fanatico che voleva cancellare Michelangelo

El Greco, l’intemperante anti-vasariano

A Parigi, Grand Palais, “Greco”, a cura di Guillaume Kientz. Una meteora in cromie mordenti da Candia a Toledo: con un soggiorno nella Roma farnesiana, che segna la sua insofferenza verso Michelangelo

di Massimo Romeri, Alias, 22-12-2019

El Greco,

Alcune associazioni tra opere contemporanee e opere del passato sono diventate luoghi comuni della storiografia artistica: sono paragoni più o meno originali che dimostrano quanto sia stratificata la memoria figurativa. In questo senso, la parabola critica di Domínikos Theotokópoulos (1541-1614) è esemplare. El Greco, pressappoco dimenticato fino alla seconda metà dell’Ottocento, diventa un beniamino delle avanguardie di primo Novecento: «un pittore veneziano, che però è cubista nella costruzione», disse Picasso. Leggi tutto “El Greco, il visionario fanatico che voleva cancellare Michelangelo”

La speranza di rinascere di un faraone in una mega mostra a Parigi

Tutankhamon, oggetti funerari in parata per attraversare l’aldilà

A Parigi, la Villette. Le Trésor du Pharaon è la prima tappa di una tournée mondiale: 150 reperti, riemersi quasi un secolo fa nella Valle dei Re (Carter), investiti dall’illuminazione selettiva: che ne esalta il potere magico

Una sala della mostra parigina

Nel 1967, la nave che trasportava abitualmente la posta dall’isola della Riunione, depose a Marsiglia un carico colossale: si trattava di alcuni capolavori appartenenti al tesoro di Tutankhamon e destinati al Petit Palais di Parigi per l’esposizione Toutânkhamon et son temps, voluta dal ministro della cultura André Malraux e condotta al successo dalla scrittrice ed egittologa Christiane Desroches-Noblecourt.

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Cosa vediamo quando visitiamo un monumento? Il caso Notre Dame

Notre-Dame un falso storico? Discutiamone

Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc e la questione dell’autenticità. Siccome la Storia è scritta nell’entità materiale di un edificio, l’incendio di Notre-Dame ha distrutto un pezzo cospicuo della sua storia: nella quale primeggia il ruolo dell’architetto ottocentesco

La cattedrale di Notre-Dame in una foto di Édouard Baldus, anni sessanta dell’Ottocento. Dentro il testo, Eugène Viollet-le-Duc fotografato in tre pose diverse da Félix Nadar, 1878

La cattedrale di Notre-Dame in una foto di Édouard Baldus, anni sessanta dell’Ottocento

Gli edifici come la cattedrale di Parigi sono parte di quanto viene definito patrimonio culturale tangibile; ma hanno anche una portata culturale ben più ampia. L’edificio di fatto costituisce un’entità materiale, di cui avremmo voluto conservare tutti i singoli elementi che hanno fatto sì che fosse riconosciuto e percepito come tale, cioè un edificio denso di stratificazioni e un bene universale.

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Il rogo dei simboli: Notre Dame

Tra il Medioevo vero e quello visionario di Viollet-le-Duc

La guglia di Notre Dame bucava le nuvole e svettava oltre i tetti, raccordando le diverse epoche di Parigi, cucendo insieme i frames di celebri film, le atmosfere brumose dei dipinti dell’800 (e scapigliate di Matisse), le pagine d’amore e disperazione di Hugo, il Medioevo vero e quello inventato dI Viollet-le-Duc: fu lui a restaurare per vent’anni, inseguendo un sogno romantico, la cattedrale che, dopo la Rivoluzione francese, era stata spogliata di tutto e cadeva in rovina.

 

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Uno smacco a Parigi per Bernini e l’arte italiana

Il cavalier Bernini va a parigi

di STEFANO MALATESTA, La Repubblica,

NEL maggio del 1665 il sessantasettenne Gian Lorenzo Bernini, che fino ad allora non si era quasi mai mosso da Roma, arrivò in Francia accolto con onori simili a quelli che si rendevano ai principi del sangue. La sua scorta, pagata da Luigi XIV, era composta dal secondogenito dei suoi undici figli, dal suo disegnatore capo, da un aiutoscultore, da un cuoco, tre domestici, un corriere e il signor Mancini, corriere del Gabinetto reale.

Risultati immagini per bernini progetto luigi xiv

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