Il Polittico dell’Agnello Mistico: il capolavoro di Hubert e Jan van Eyck nella Cattedrale di Gent

Jan van Eyck e Hubert van Eyck, Polittico dell’Agnello Mistico (datato 1432; olio su tavola, 350 x 470 cm aperto, 350 x 223 cm chiuso; Gent, Cattedrale di San Bavone). Ph. Credit KIK-IRPA
Era il 1823 quando, a Berlino, un restauratore al lavoro sul Polittico dell’Agnello mistico, uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte mondiale, rimosse alcune ridipinture scoprendo un’iscrizione illuminante, che recitava: “Pictor Hubertus eeyck. maior quo nemo repertus / Incepit. pondus. que Johannes arte secundus / [Frater] perfecit. Judoci Vijd prece fretus / VersU seXta MaI. Vos CoLLocat aCta tUerI [1432]” (“Il pittore Hubert van Eyck, il più grande di sempre, ha iniziato questo gravoso lavoro, che suo fratello Jan, secondo in arte, ha portato a compimento, su commissione di Joos Vijd. Con questo verso, il 6 maggio del 1432, colloca ciò che è stato fatto sotto la vostra protezione”). La quartina aveva permesso di far luce sui nomi dei due autori della spettacolare opera conservata nella cattedrale di San Bavone a Gent, nel cuore delle Fiandre: Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa – Bruges, 1441) e suo fratello maggiore, Hubert van Eyck (? – Gent, 1426). E proprio da qui è possibile dare avvio a un appassionante viaggio dentro una delle opere più note, ma al contempo più enigmatiche, dell’intera storia dell’arte. Non sappiamo come i due fratelli si spartirono i compiti, e l’operazione è resa difficile anche dal fatto che non conosciamo opere certe di Hubert van Eyck, quindi non sappiamo come dipingesse. Inoltre, rimangono da chiarire alcuni aspetti del significato complessivo, sul quale peraltro non vige concordanza unanime. E ancora, date le traversie che l’opera ha subito nel corso dei secoli, non possiamo stabilire con certezza dove si trovasse in origine. Occorre dunque andare per gradi.
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