Gli articoli dalla rivista Finestre sull’arte

D’ora in avanti solo un link agli articoli della rivista Finestre sull’arte

La rivista in oggetto, dal cui sito copiavo gli articoli che mi sembravano interessanti per il piccolo pubblico dei miei seguaci, ha correttamente chiesto di interrompere questa pratica in quanto dannosa per la rivista stessa. Condividendo in pieno il loro punto di vista mi limiterò d’ora in avanti a postare le prime righe degli articoli, col link al seguito al sito della rivista stessa, per accedere alla cui lettura si deve pagare un esiguo e meritatissimo abbonamento.

Consiglio tutti i miei lettori di provvedere ad abbonarsi, essendo il livello della rivista e dei suoi autori quanto di meglio si possa trovare oggi in Italia in merito alla divulgazione e alla critica di quanto avviene nel mondo dell’arte.

E ringrazio la rivista e i suoi redattori per il lavoro che compiono

Il capolavoro di Pisanello in nuova luce

Il torneo del Pisanello a Mantova. La storia dell’emozionante scoperta di un ciclo spettacolare

Cavalieri impegnati nel torneo

Dipinto in una sala di Palazzo Ducale a Mantova tra il 1430 e il 1433 dal Pisanello, lo spettacolare ciclo del torneo cavalleresco finì presto nell’oblio, coperto da pitture successive. Poi, negli anni ’60 del secolo scorso, l’emozionante scoperta. E oggi per la sala un nuovo allestimento.

“Una delle più importanti acquisizioni nel campo della storia dell’arte nel XX secolo”: così, e giustamente, il direttore del Palazzo Ducale di Mantova, Stefano L’Occaso, definisce la scoperta del ciclo arturiano che uno dei più grandi artisti del primo Quattrocento, Antonio Pisano detto il Pisanello, dipinse in un ambiente della sontuosa reggia gonzaghesca, e del quale s’era da tempo persa la memoria. Le pitture murali del Pisanello, incompiute, erano state coperte nel corso dei secoli, prima nel Cinquecento e poi ancora nel Settecento, e la sala aveva assunto un aspetto completamente diverso rispetto a quello che doveva avere agl’inizi del XV secolo.

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Quando l’amore è surreale: Max Ernst e Leonora Carrington

Leonora Carrington e Max Ernst: la tormentata storia d’amore di due pittori surrealisti

di Federico Giannini e Ilaria Baratta, 11-8-2015

Leonora Carrington, Ritratto di Max Ernst (1939; collezione privata)

Leonora Carrington e Max Ernst, due tra i più importanti pittori surrealisti, furono legati da una tormentata storia d’amore. Ve la raccontiamo sul nostro blog, anche attraverso i loro dipinti.

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I bronzi di Riace

I Bronzi di Riace. Storia dei due capolavori della scultura greca

Artista ignoto, Bronzi di Riace (V secolo a.C.; bronzo, 198 cm la Statua A - a sinistra - , 197 cm la Statua B - a destra; Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale)

I Bronzi di Riace, rinvenuti nelle acque di Riace in Calabria il 16 agosto del 1972, sono due capolavori della scultura greca del V secolo a.C.: tutta la loro storia, le possibili identificazioni, quello che sappiamo di certo su queste due misteriose sculture. Leggi tutto “I bronzi di Riace”

Sesso classico: le ceramiche greche che piacevano agli Etruschi

Le ceramiche erotiche del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia

Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia conserva un importante nucleo di ceramiche attiche a soggetto erotico: ecco quali sono i soggetti e i loro significati.

La sala delle ceramiche antiche del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia è uno dei passaggi dell’itinerario di visita di Palazzo Vitelleschi in cui il pubblico si sofferma più a lungo, data la vastità e l’importanza della raccolta di vasi figurati qui conservati. Si tratta di materiale proveniente dagli scavi del territorio, confluito nelle raccolte che nel 1924 diedero vita all’attuale museo, frutto dell’unione di diverse collezioni (quella comunale, quella della famiglia Bruschi-Falgari, e altri nuclei privati).

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Fascinosamente bidimensionali le stele della Lunigiana

Le statue stele della Lunigiana, le antiche sculture preistoriche dei liguri apuani

di Federico Giannini e Ilaria Baratta, Finestre sull’arte, 22-6-2022

Statue stele al Museo del Castello del Piagnaro di Pontremoli

Le statue stele della Lunigiana sono un’antichissima espressione artistico-religiosa dei popoli che abitarono queste terre al confine tra Toscana e Liguria, prodotte tra il IV millennio e il VII-VI secolo a.C. Un articolo per scoprirle nel dettaglio.

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Pontormo: l’insostenibile leggerezza dell’essere

La Deposizione del Pontormo, un capolavoro anticonformista che rompe con la tradizione

La “Deposizione” del Pontormo, conservata nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, è considerata uno dei capolavori fondanti del Manierismo. È di sicuro un’opera anticonformista che segna un netto distacco dalla tradizione.

È ormai riconosciuto il ruolo della Deposizione del Pontormo (Jacopo Carucci; Pontorme di Empoli, 1494 – Firenze, 1557) come capolavoro fondante di quel periodo storico che nella manualistica è detto “Manierismo”, malgrado l’opera possa esser letta anche (e forse soprattutto) come un capitolo a sé, come frutto dell’ingegno di un artista che, pur essendo figlio del suo tempo, non è incasellabile ed è oltremodo difficile da categorizzare.

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Il primo capolavoro di Duccio da Buoninsegna

La Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna, la più grande tavola del Duecento

di Federico Giannini e Ilaria Baratta, Finestre sull’arte, 27-2-2021

Duccio di Buoninsegna, Madonna col Bambino in trono e angeli, detta Madonna Rucellai (1285; tempera su tavola e fondo oro, 450 x 290 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi, in deposito dalla chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, Comune di Firenze)

La Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna è la più grande tavola dipinta del XIII secolo arrivata fino a noi. Custodita agli Uffizi nella sala delle Maestà, a confronto con Cimabue e Giotto, è in realtà della chiesa di Santa Maria Novella. Scopriamola in questo articolo.

È la più grande tavola dipinta del XIII secolo che ci sia nota: un’imponente opera di quattro metri e mezzo d’altezza per quasi tre di larghezza. Si tratta della Madonna Rucellai, straordinario capolavoro di Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255 circa – 1319), che oggi accoglie i visitatori della Galleria degli Uffizi di Firenze all’inizio del percorso del museo.

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Il dipinto dell’utopia metafisica

La Città Ideale di Urbino: uno dei misteri del primo Rinascimento

di Ilaria Baratta, Finestre sull’arte, 6-3-2022

Pittore dell’Italia centrale (già attribuita a Luciano Laurana), Città Ideale (1480-1490?; olio su tavola, 67,7 x 239,4 cm; Urbino, Galleria Nazionale delle Marche)

La Città Ideale conservata alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino è uno dei dipinti più misteriosi del Rinascimento. Fino al 27 marzo 2022 è posta in relazione coi progetti del Danteum di Lingeri e Terragni in una mostra nel suo museo.

Se il Danteum progettato dagli architetti razionalisti Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni alla fine degli anni Trenta su proposta dell’allora direttore dell’Accademia di Brera e presidente della Società Dantesca Italiana Rino Valdemeri, apprezzata dal governo Mussolini, avrebbe dovuto dar forma all’immaginario dantesco in un’architettura ideale e piena di simbolismi (il progetto non venne mai realizzato a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale), la Città ideale, capolavoro simbolo del Rinascimento, dà tuttora forma visiva a quella che doveva essere la rappresentazione del concetto teorico di una perfetta piazza rinascimentale, basata su linee prospettiche.

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Il fatidico concorso del 1401

Il concorso del 1401 che ha cambiato la storia dell’arte: la sfida tra Ghiberti e Brunelleschi

di Federico Giannini e Ilaria Baratta, Finestre sull’arte 28-8-2021

Lorenzo Ghiberti, Sacrificio di Isacco (1401; bronzo, 45 x 38 cm; Firenze, Museo Nazionale del Bargello)

Per convenzione si fa iniziare il Rinascimento fiorentino con il celeberrimo concorso del 1401, quando due dei più grandi artisti del tempo, Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi, si sfidarono per la Porta Nord del Battistero di Firenze. Ecco come andarono le cose.

 

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