La Tempesta di Giorgione tra natura e mito

Torna il rebus Tempesta fra naturalismo e soggetto

di Stefano Pierguidi, Alias, 11-9-2022

Giorgione, “Tempesta”, Venezia, Gallerie dell’Accademia
Marco Ruffini, “Pittura e soggetto. Il caso della Tempesta di Giorgione”, Campisano. Una nuova ipotesi tematica per il capolavoro, ma soprattutto l’analisi di come differissero, rispetto al problema «narrativo», tradizione veneta e tosco-romana

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Il senso di visita di un santuario medievale: Subiaco

Subiaco, riordinamento filologico del palinsesto benedettino

di Roberto Cobianchi, Alias, 10-7-2022

Subiaco, il Monastero del Sacro Speco
Virginia Caramico, “Il Sacro Speco di Subiaco illustrato. Topografia sacra e narrazione per immagini fra Due e Trecento”, Mandragora. La studiosa rimette «al loro posto» i luoghi, i committenti, gli artisti e le immagini, con rispettive simbologie, del Sacro Speco due-trecentesco. Il percorso che viene proposto, come se fossimo pellegrini del Duecento, è quello ‘ascensionale’, dalla Porta Sancti Benedicti al Sacrum specum

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A proposito di Crocifissioni: La ricotta di Pasolini

Dalla tela alla pellicola. La pittura sacra ne La ricotta di Pier Paolo Pasolini

di Sabrina Crivelli, da Art Tribune, 11-11-2017

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/51/La_ricotta_Pasolini.JPG

In qual maniera e con quali significati l’irriverente regista inserisce nelle sequenze del suo cinico ritratto di Cinecittà dei veri e propri tableaux vivants, che riproducono la Deposizione dalla Croce di Rosso Fiorentino il Trasporto di Cristo di Jacopo da Pontormo?

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Erotismo di matrice classica nei dipinti di Tiziano per Alfonso d’Este

Arianna in Andros, una invenzione di Tiziano

di Monica Centanni in Engramma 163, marzo 2019

1 | Tiziano, Baccanale degli Andri, 175 x 193 cm, Madrid, Museo del Prado.

Madrid, Museo del Prado Sala 42: un quadro, grande, di Tiziano invita lo spettatore a entrare in gioco, spalancandogli davanti la scena di una festa en plein air. Corpi in movimento, brocche di vino che passano di mano in mano, uomini e donne, vestiti e svestiti, un bimbo che si tira su la vestina e fa la pipì, musica che par di sentirla suonare, clima di festa. Tutto questo non è che il fondale: perché protagonista è il corpo femminile in primo piano – carne delicatamente rosea, morbida, forme sontuose, capelli sciolti, i riccioli fluttuanti di un biondo caldo. Quasi fuori scala rispetto alla taglia degli altri personaggi, nuda, di un’esibita nudità, il volto, riverso e pervaso da un piacere assoluto, che isola la figura in un suo altrove agli altri inaccessibile, il braccio piegato dietro alla testa, raccontano meglio di qualsiasi altro dispositivo narrativo, verbale o icastico, cosa sia una festa dionisiaca: ebbrezza, dolcezza, abbandono della rigidità delle forme e delle posture, rilassatezza delle membra, oblio di sé, paradosso di un’estasi dal mondo tutta mondana – questo è quanto Dioniso insegna

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Dante in mostra al Bargello

Un Dante intimo e umano. La mostra “La mirabile visione” al Museo del Bargello di Firenze

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 13-10-2021

Duilio Cambellotti, I giganti, Inferno, Canto XXXI (1901; carboncino con lumeggiature a pastello bianco su carta, 503 x 808 mm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe)

Recensione della mostra “La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista”, a Firenze, Museo Nazionale del Bargello, dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022.

Un ritratto colmo di “sensibilità, gentilezza, amore, e un contegno che respira lo spirito della Vita Nova”. Sono le parole che Mary Shelley, nel 1844, adoperò per commentare l’affresco col ritratto di Dante Alighieri ch’era stato da poco ritrovato nella cappella del Podestà nel Palazzo del Bargello a Firenze.

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Illustrare la Divina Commedia: ne parleremo nelle future conferenze

Dante a Forlì, una mostra che è come un’enciclopedia su Dante nella storia dell’arte

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 2-7-2021

Federico Zuccari, Caronte. Terremoto e svenimento di Dante (Inf., III) (1585-1588 circa; pietra nera e rossa su carta bianca vergata, 448 x 615 mm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe)

Recensione della mostra “Dante. La visione dell’arte”, a Forlì, Musei San Domenico, fino all’11 luglio 2021.

C’è un momento piuttosto preciso, nel corso della storia, in cui è possibile individuare i prodromi della costruzione dell’odierno mito di Dante. Il culto dantesco, in altri termini, ha un luogo e una data di nascita, ovvero l’Inghilterra della fine del Settecento, e un padre sicuramente inconsapevole, Joshua Reynolds, ma che fu tuttavia capace di recuperare per la prima volta i temi della Commedia senza tener conto delle implicazioni religiose, teologiche e morali del poema, preoccupandosi più di restituire la potenza visionaria dell’immaginario dantesco.

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“Et in arcadia ego”: le ambigue parole della morte

Panofksy, i pastori d’Arcadia fra due significati

di Stefano Pierguidi, alias, 27-6-2021

Nicolas Poussin,

Nicolas Poussin, “Et in Arcadia ego”, c. 1638, Parigi, Musée du Louvre

Folgorazioni / Storici dell’arte: Erwin Panofky.  All’”Et in Arcadia ego” di Nicolas Poussin, versione del Louvre, Erwin Panofsky dedicò nel 1936 un saggio, rivisto nel ’55, all’origine di una celebre controversia, protagonisti Louis Marin e Lévi-Strauss Leggi tutto ““Et in arcadia ego”: le ambigue parole della morte”

Un restauro esemplare: l’Epifania di Leonardo che sconvolge il genere umano

L’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci: parlando con Marco Ciatti dell’opera e del restauro

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 5-7-2017

Leonardo da Vinci, Adorazione dei Magi

L’Adorazione dei Magi, capolavoro di Leonardo da Vinci, ha subito un lungo restauro. Ne abbiamo parlato con chi lo ha diretto, Marco Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure.

I Canonici Regolari di Sant’Agostino probabilmente non immaginavano che il dipinto che avevano commissionato a Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 – Amboise, 1519) nel 1481 non sarebbe mai stato terminato. Anzi: attesero per anni che il grande genio del Rinascimento facesse ritorno a Firenze per portare a compimento la sua Adorazione dei Magi, che i frati volevano destinare alla chiesa di San Donato in Scopeto, poi distrutta poco prima dell’assedio del 1529.

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