Genialità di Longhi su Velazquez

Roberto Longhi: scherzo manzoniano, divinare Velázquez

di Federico De Melis, Alias, 30-8-2020

Diego Velázquez,

Diego Velázquez, “La rissa all’Ambasciata di Spagna”, 1630 ca, Roma, Galleria Pallavicini

Nel 1950 Roberto Longhi destina a una sede privilegiata, il primo numero di «Paragone Arte», lo scritto con l’attribuzione a Diego Velázquez di un piccolo dipinto conservato a Roma, nella collezione dell’‘Aurora’, in palazzo Pallavicini-Rospigliosi. Titola l’opera, vedremo perché, La rissa all’Ambasciata di Spagna. Poche pagine prima, a seguire l’editoriale della rivista da lui fondata, splendono le Proposte per una critica d’arte, in cui Longhi accoglie «l’impegno assunto da Manzoni nel 1822: “Io faccio quel che posso per penetrarmi nello spirito del tempo che debbo descrivere, per vivere in esso”». Leggi tutto “Genialità di Longhi su Velazquez”

Complessità e molteplicità di Picasso

Picasso, ribellione allucinatoria con i tableaux magiques

A Parigi, Musée Picasso, “Picasso. Tableaux magiques”, a cura di Émilie Bouvard, Marilyn McCully, Michael Reaburn. Fine anni venti: Picasso dipinge 152 «quadri magici», dove riscopre l’arte “nègre” per radicalizzare lo scontro dialettico con la realtà. Come insegna Carl Einstein…

In Picasso l’arte africana non fu soltanto un repertorio di suggerimenti formali e operativi, ma anche, e più, la chiave per liberare il quadro dalla sua secolare dipendenza dalla realtà, così da imporlo in totale autonomia, organismo autoconcluso, oggetto. Niente di più lontano dall’idea di mimesi, del feticcio nègre, concepito come interfaccia del Divino e dunque strutturato secondo principî – plastici – che lo alienano dal mondo fenomenico. Leggi tutto “Complessità e molteplicità di Picasso”

Una piccola mostra esemplare: il lato misterioso della pittura della Controriforma

Michelangiolismo a passo ridotto, nella solitudine

A Roma, Palazzo Barberini, “Michelangelo a colori”, a cura di Francesca Parrilla e Massimo Pirondini. Il mistico Marco Pino, il fiabesco Lelio Orsi, Jacopino del Conte horror, la malinconia di Marcello Venusti: rileggere “Pittura e Controriforma”, il più bel libro di Federico Zeri, in occasione di una mostra minima, ma speciale, sulle opere a colori derivate da disegni e «cartonetti» del Buonarroti

Marcello Venusti,

Marcello Venusti, “L’Orazione nell’orto”, Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Palazzo Barberini

Bagliori improvvisi, fiammate lievissime di impalpabile nebbia fosforescente, misteriosi accordi rivelati dal subitaneo schiudersi di una ignorata pupilla, finora cieca, che rivela il mondo di tutti i giorni secondo un volto così inusitato da trasformare gli incontri più abituali in tenerissime agnizioni». I vecchi e malinconici ricordi della lettura di Pittura e Controriforma, il più bel libro di Federico Zeri, vengono ridestati da un’occasione, piccola ma speciale, alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini: la mostra Michelangelo a colori, pensata intelligentemente da Yuri Primarosa e curata da Francesca Parrilla e Massimo Pirondini (fino al 6 gennaio, catalogo De Luca, e 32,00).

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Una mostra curiosa e interessante a Palazzo reale di Milano

Incanto teatrale con animali

A Milano, Palazzo Reale, “Il meraviglioso mondo della natura”, a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa. Al centro della mostra un ciclo di tele già in casa Verri. Con le «scene» di Margherita Palli, viene dato fondo allo stupore, e al gusto classificatorio, suscitato da metri e metri di arte “animalier” seicentesca. Le tante bestie dipinte le ritroviamo, in versione tassidermizzata, nelle raccolte giunte dal Museo Settala. Ci si divide sulla destinazione dell’opera

di Federico De melis, Alias, 21-4-2019

Una «scena» del ciclo animalistico di Pandolfo Reschi e Livio Mehus, conservato a Milano, Palazzo Sormani. All'interno del testo, la sala d’ingresso de

Una «scena» del ciclo animalistico di Pandolfo Reschi e Livio Mehus, conservato a Milano, Palazzo Sormani. All’interno del testo, la sala d’ingresso de “Il meraviglioso mondo della natura”, pensata da Margherita Palli con riferimento al “Sogno di una notte di mezza estate” di Luca Ronconi, 2010

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Degas e il suo sguardo

Stenografia di Degas, fino alla notte finale

Daniel Halévy, “Degas parla”, a cura di Jean-Pierre Halévy, Adelphi. Per vent’anni Edgar Degas si sedette al desco di Ludovic Halévy, genio dell’operetta: il figlio Daniel sin da ragazzo registrò la vita quotidiana e la cecità progressiva dell’artista, in un commovente (e rivelatore) Journal

Edgar Degas insieme alla domestica e cuoca Zoé Closier in un autoritratto fotografico del 1895. Nel corpo del testo, Edgar Degas:

Edgar Degas insieme alla domestica e cuoca Zoé Closier in un autoritratto fotografico del 1895.

«Il suo isolamento e la sua lingua caustica gli procurarono la fama di “uomo cattivo”, che Ernest Rouart ed altri hanno sfatata. Ma non è dubbio che l’impegno posto da Degas nel nascondere ciò che vi potesse essere in lui di affettuoso e benevolo spiega il sorgere della leggenda» (Lionello Venturi).

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Ripubblicato un libro di Gombrich, intrigante maestro di interpretazioni.

Gombrich, sbattimenti alla National Gallery

Da Einaudi torna “Ombre” di Ernst Gombrich. Nel 1995, in occasione di una piccola mostra a tema della National Gallery, lo storico dell’arte viennese ragionò sull’«ombra portata» in pittura. Una domanda attraversa l’aureo libretto: perché in certe epoche dell’arte occidentale viene messa in discussione la «figura» dell’ombra?

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