Aggiornamento del Borromini di Portoghesi

Portoghesi riapre il cantiere Borromini

Da Skira, Paolo Portoghesi, “Borromini. La vita e le opere”. Ampliata e riscritta, la monografia 1967 dello storico dell’architettura (e architetto) sul saturnino artista ticinese, restituito a tutto tondo facendo perno sui disegni

di Marco M. Mascolo, alias, 31-5-2020

Francesco Borromini, Oratorio dei Filippini, particolare della facciata principale

Caldo e afa, in una notte romana d’agosto. Francesco Massari si desta a causa dell’urlo e del trambusto che ha sentito provenire da un’altra stanza della casa in cui lavora come servitore, e accorre. Scorge il suo signore, che aveva il compito di sorvegliare da presso, in terra, dolorante, ferito. Ha una spada conficcata in un fianco. È la notte tra l’1 e il 2 agosto 1667, la notte in cui Francesco Borromini, da giorni «in preda al malumore ipocondriaco», come ricorderà una cronaca, decide di autoinfliggersi una ferita che lo porterà alla morte. Morte che, però, non lo coglie immediatamente. Ha il tempo di raccontare lucidamente come ha agito al medico, giunto nella casa di Vicolo dell’Agnello per provare a salvarlo. Stende testamento, si fa benedire e, infine, la mattina del 2 agosto rende l’anima a Dio.

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