La pericolosa proposta di Calenda del museo unico a Roma

Museo Unico di Calenda, l’aspetto di cui nessuno parla: il modello gestionale che ha in mente

di Leonardo Bison, Finestre sull’arte, 27-8-2021

Calenda: Un Museo degno di Roma. – FreeSkipper Italia

Sulla proposta di Carlo Calenda per un Museo Unico che accorpi tutte le collezioni d’arte romana antica di Roma, nessuno si è soffermato sul modello gestionale proposto: una fondazione partecipata. Che è forse l’aspetto più inquietante della sua proposta: ecco perché.

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La pericolosa proposta di Calenda per il mega-museo romano

Calenda s’occupi di economia e lasci stare la museologia. 10 ragioni contro il suo mega-museo

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 20-8-2021

Calenda nel video

Carlo Calenda, candidato sindaco a Roma, lancia il suo progetto per i Musei Capitolini: farne un mega-museo delle antichità romane “come il Louvre”. Un’idea sbagliata per almeno 10 ragioni storiche, culturali, filosofiche, logistiche, di opportunità.
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Franceschini mette un sostenitore del neofascismo alla direzione dell’Archivio Centrale e Montanari si dimette

Consiglio Beni Culturali: ecco perché mi dimetto

di Tomaso Montanari, da Emergenza cultura, 24-8-2021

Mi sono dimesso dal Consiglio superiore dei Beni Culturali per protestare contro l’arroganza del ministro della Cultura Dario Franceschini e denunciare l’umiliazione di quello che dovrebbe essere il massimo organo tecnico-scientifico del patrimonio. Leggi tutto “Franceschini mette un sostenitore del neofascismo alla direzione dell’Archivio Centrale e Montanari si dimette”

L’arroganza dei politici cancella un capolavoro settecentesco e insulta ogni principio di tutela e restauro

Le metamorfosi di Calatrava: la chiesa ora è un videogioco

di Tomaso Montanari, Emergenza Cultura, 27-7-2021

Immaginiamo che la direttrice del Bargello chieda a Jeff Koons di reinterpretare il Bacco di Michelangelo: e che quello si metta a dorarne i capelli, colorandogli sul marmo un paio di brache rosse da topolino. O che il direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia chieda a Damien Hirst di risemantizzare la Tempesta di Giorgione, e che quello la metta in una teca stagna e la cali in una vasca piena di squali vivi. E che entrambi questi interventi vengano decisi appunto dai direttori autonomi, senza consultare i loro stessi consigli scientifici, né le soprintendenze e i comitati tecnico-scientifici ministeriali. E che siano interventi senza una data di conclusione. E, naturalmente, che vengano inaugurati dal ministro per i Beni culturali. Ebbene, è esattamente quello che è successo alla chiesa di San Gennaro (1745-1776) nel Bosco di Capodimonte a Napoli, un’opera di un grandissimo architetto del tardo barocco: Ferdinando Sanfelice. Leggi tutto “L’arroganza dei politici cancella un capolavoro settecentesco e insulta ogni principio di tutela e restauro”

Qundo il restauro è corretto: Mantegna al Poldi Pezzoli

Andrea Mantegna, la Madonna col Bambino del Poldi Pezzoli: il racconto di un restauro

Finestre sull’arte, 10-7-2021

Andrea Mantegna, Madonna col Bambino (1490-1499; tempera magra su tela, 35,5 x 45,5 cm; Milano, Museo Poldi Pezzoli). Dopo il restauro

La Madonna col Bambino di Andrea Mantegna del Poldi Pezzoli di Milano era stata pesantemente alterata nell’Ottocento: il restauro condotto tra il 2019 e il 2020 ha permesso di recuperare i suoi valori originali. Ecco come si è svolto l’importante intervento.

Un restauro ottocentesco aveva alterato a tal punto l’aspetto della Madonna col Bambino di Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 – Mantova, 1506) conservata al Museo Poldi Pezzoli di Milano da renderla particolarmente difficile da giudicare: autore del restauro è stato uno dei più grandi pittori del primo Ottocento italiano, Giuseppe Molteni (Milano, 1800 – 1867), che però era intervenuto sull’opera in maniera invasiva, tanto che risultava impossibile capire a quale periodo dell’attività di Mantegna risalisse il dipinto. Si tratta di una delle opere più intime dell’artista veneto, parte di una produzione destinata alla devozione privata

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Pittura al femminile: aspirazioni e limiti della mostra di Milano

Le Signore dell’Arte a Milano: meriti e limiti della mostra sulle artiste di Cinque e Seicento

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 13-7-2021

Sala della mostra

Recensione della mostra “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”, a Milano, Palazzo Reale, dal 2 marzo al 25 luglio 2021.

Per una coincidenza fortuita, la ricca mostra Le Signore dell’arte, la rassegna con cui Palazzo Reale a Milano compone una profumatissima antologia di pittura al femminile tra Cinque e Seicento, cade a cinquant’anni esatti di distanza dalla pubblicazione d’un saggio senza il quale forse anche quest’esposizione non sarebbe mai nata: risale al 1971 la pubblicazione di Why Have There Been No Great Women Artists?, lo studio con cui Linda Nochlin dava di fatto avvio alla moderna ricerca storica sulle donne nell’arte, e che avrebbe portato, cinque anni dopo, alla mostra Women Artists: 1550-1950, la prima indagine di vasto respiro sull’argomento, capace di percorrere quattro secoli di storia attraverso l’opera d’ottantatré donne.

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Arroganza o incultura? La chiesa di Calatrava

Ironia, sberleffi e critiche per la chiesa ridecorata da Calatrava. E Bellenger si irrita

da Finestre sull’arte, 9-7-2021

Ironia, sberleffi e critiche per la chiesa ridecorata da Calatrava. E Bellenger si irrita

Non piace al pubblico ed è criticato dagli addetti ai lavori l’intervento di Calatrava nella chiesa di San Gennaro a Capodimonte. “Sembra il bagno di un autogrill”, si ironizza. Altri fanno critiche più puntuali. E Sylvain Bellenger scende nell’agone con un post
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Una mostra che sa di propaganda

La mostra Tota Italia: propaganda augustea senza filtri al Quirinale

Mostra Tota Italia

Recensione della mostra “Tota Italia. Alle origini di una nazione” (a Roma, Scuderie del Quirinale, dal 14 maggio al 25 luglio 2021)

Chissà se Ottaviano Augusto, quando prima di morire diede ordine di far scrivere e incidere le sue Res gestae, le imprese compiute (una sorta di autobiografia propagandistica), sul suo Mausoleo e poi in piazze e monumenti in giro per l’impero (la versione meglio conservata ci arriva da Ankara), avrebbe mai pensato che duemila anni più tardi quel documento sarebbe stato utilizzato come fonte storica principale per una mostra nella sua Roma, al Quirinale, la casa degli Italiani.

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Illustrare la Divina Commedia: ne parleremo nelle future conferenze

Dante a Forlì, una mostra che è come un’enciclopedia su Dante nella storia dell’arte

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 2-7-2021

Federico Zuccari, Caronte. Terremoto e svenimento di Dante (Inf., III) (1585-1588 circa; pietra nera e rossa su carta bianca vergata, 448 x 615 mm; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe)

Recensione della mostra “Dante. La visione dell’arte”, a Forlì, Musei San Domenico, fino all’11 luglio 2021.

C’è un momento piuttosto preciso, nel corso della storia, in cui è possibile individuare i prodromi della costruzione dell’odierno mito di Dante. Il culto dantesco, in altri termini, ha un luogo e una data di nascita, ovvero l’Inghilterra della fine del Settecento, e un padre sicuramente inconsapevole, Joshua Reynolds, ma che fu tuttavia capace di recuperare per la prima volta i temi della Commedia senza tener conto delle implicazioni religiose, teologiche e morali del poema, preoccupandosi più di restituire la potenza visionaria dell’immaginario dantesco.

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La battaglia dei giganti di Monte Prama

Da uno scontro istituzionale senza precedenti nasce la fondazione dei Giganti di Mont’e Prama

di Leonardo Bison, 2-7-2021, Finestre sull’arte

I Giganti di Mont’e Prama al Museo di Cabras

Dopo uno scontro istituzionale senza precedenti, nasce finalmente la Fondazione che gestirà i Giganti di Mont’e Prama: obiettivo, far rimanere le opere a Cabras e valorizzarle. Ma ci sono alcuni aspetti critici.

Poche ore fa si è posta la parola fine alla tormentata vicenda della Fondazione Monte Prama, voluta dal ministro Dario Franceschini nel 2017 per gestire, a dispetto del nome, tutti i beni culturali del Comune di Cabras (oltre al sito di Mont’e Prama, anche l’area archeologica di Tharros, l’ipogeo di San Salvatore, la Torre di san Giovanni di Sinis). La Fondazione è stata formalmente creata solo oggi, 1 luglio 2021, dopo quattro anni di trattative e discussioni.

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