Nash, l’artista pastorale nel vuoto verdastro
di Paolo Zambianchi, Alias, 21-8-2022

Void of War, il vuoto della guerra: così si intitolava la mostra di disegni e dipinti organizzata nel maggio del 1918 alle Leicester Galleries di Londra dal tenente dell’esercito inglese Paul Nash, «artista ufficiale sul fronte occidentale». Void (1918) era anche il titolo di un impegnativo quadro a olio di Nash, dipinto a partire dalla sua esperienza su uno dei fronti dove i combattimenti della Prima Guerra Mondiale si erano fatti più crudeli, quello belga, attorno a Ypres. Nei disegni e nel quadro il senso di vuoto non è determinato dal silenzio o dalla mancanza di oggetti; la parola designa piuttosto il vuoto morale, l’assenza del bene, la scomparsa di Dio. Questo scrive l’artista in una lettera alla moglie, tante volte citata perché vi si coglie l’attimo in cui da spettatore emozionalmente distante, con uno sguardo quasi da flâneur, Nash si ritrova fisicamente e moralmente nel bel mezzo della guerra.
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