Canaletto e Guardi forever
di Fabrizio Magani, Finestre sull’arte, 18-6-2022

Il vedutismo settecentesco conobbe due grandi protagonisti: il Canaletto e Francesco Guardi. Canaletto ebbe una fortuna continua, mentre Guardi fu riscoperto solo agli inizî del Novecento. Due pittori così vicini, ma che intesero la veduta in maniera profondamente diversa.
Che colpo per il vecchio Luca Carlevarijs questa storia. Era a Venezia da diverso tempo dedito al paesaggismo pittoresco e perciò era anche il principale specialista nella veduta topografica, genere che coltivò col merito dello studio tecnico-scientifico riconosciutogli da più parti. Sembra essere, nella parte finale del Seicento, il più dotato dal punto di vista della preparazione, tanto da far pensare che fosse motivato sui problemi della meccanica della composizione richiesta dalla ricognizione topografica dei luoghi. Difatti, il ritratto dell’artista maturo fattogli da Bartolomeo Nazzari (Oxford, Ashmolean Museum) mostra la strumentazione di cui si circondava abitualmente, mappamondo, compasso, misuratori, testi scientifici e, solo più defilata, la tavolozza.
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