Insulso come da aspettative: il film su Caravaggio che dipinge le puttane

L’ombra di Caravaggio? Di Caravaggio manco l’ombra

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Il film su Caravaggio di Michele Placido? Dal punto di vista storico-artistico, il solito, trito polpettone di cappa e spada coi tipici cliché: Caravaggio bello e dannato, che dipinge le meretrici e manda la Chiesa su tutte le furie. L’arte? Un pretesto narrativo. Solo un elemento si salva.

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Potenti e terragni frutti del naturalismo caravaggesco in un nuovo libro di Nicola Spinosa

Annunci ai pastori, un caso pittorico ruvido e selvaggio

di Gennaro de Luca, Alias, 12-9-2021

Maestro degli Annunci ai pastori,

Maestro degli Annunci ai pastori, “Annuncio ai pastori”, part., Birmingham, Museum and Art Gallery

Nicola Spinosa, “Il Maestro degli Annunci ai pastori e i pittori dal «tremendo impasto» (Napoli 1625-1650)”. Uno dei più pungenti problemi di area caravaggesca nella storia dell’arte meridionale Leggi tutto “Potenti e terragni frutti del naturalismo caravaggesco in un nuovo libro di Nicola Spinosa”

Un magnifico libro di Raffaele Casciaro sulla chiesa di Galatina

Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, una straordinaria pelle pittorica

di Michela Becchis, il manifesto, 19-9-2020

Particolare dagli affreschi di santa Caterina d'Alessandra, a Galatina

Particolare dagli affreschi di santa Caterina d’Alessandra, a Galatina

© Foto Michele Onorato

Entrare a Santa Caterina a Galatina è, per chiunque, un vero momento di vertigine. Che non esistano luoghi di marginalità per l’arte dovrebbe essere ormai affermazione sin troppo banale, che esistano luoghi d’arte di straordinario interesse che abbiamo il dovere di non far soffocare da un’idea di turismo pensato come un estivo sciamare assolato sembra cosa più complessa. Leggi tutto “Un magnifico libro di Raffaele Casciaro sulla chiesa di Galatina”

Preziose riflessioni di Gigetta Dalli Regoli sulla mostra del Verrocchio a Firenze

Verrocchio, il maestro di Leonardo. Postilla, ovvero considerazioni sulla mostra di Palazzo Strozzi

Il testo che segue è un’anteprima dell’articolo della studiosa Gigetta Dalli Regoli che sarà pubblicato prossimamente sulla rivista scientifica “Critica d’arte”: considerazioni sulla mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo” a Palazzo Strozzi, dal 9 marzo al 14 luglio 2019.

Gigetta Dalli Regoli, 26-4-2019, in Finestre sull’Arte

A sinistra: Verrocchio, Madonna col Bambino benedicente, particolare (Firenze, Museo del Bargello). A destra: Attribuita A Leonardo, Madonna col Bambino ridente, particolare (Londra, Victoria and Alberet Museum)

Il prezioso complesso dei materiali riuniti per la mostra Verrocchio, il maestro di Leonardo ha offerto l’opportunità di riflettere e di proporre ulteriori approfondimenti, come avviene per ogni manifestazione di elevato livello scientifico.

La documentazione relativa alla personalità e all’opera del Verrocchio è piuttosto consistente, anche se discontinua, e il dibattito critico pertinente è stato lungo e vivace. Ho già espresso alcuni apprezzamenti e alcune perplessità sulla mostra, e nondimeno vorrei chiarire meglio le ragioni delle mie riserve: non per elaborare una recensione, che comporterebbe una considerazione di tutte le tematiche affrontate dalla mostra, bensì per segnalare alcuni problemi ancora aperti e qualche lacuna. La rassegna di Palazzo Strozzi mi ha in ogni caso consentito una esperienza unica, e di ciò non posso che essere grata ai curatori e agli organizzatori.

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Ho visitato la mostra di Verrocchio a Firenze: una delle migliori degli ultimi tempi

Verrocchio maestro di Leonardo, la prima monografica sul grande artista tra capolavori e nuove attribuzioni

di Federico Giannini, Finestre sull’arte, 16-3-2019

Una sala della mostra Verrocchio. Il maestro di Leonardo

Malgrado la figura del Verrocchio (Andrea di Michele di Francesco Cioni; Firenze, 1435 circa – Venezia, 1488) sia universalmente ritenuta tra le più significative della storia dell’arte e i suoi conseguimenti siano riconosciuti come base da cui sarebbe scaturito il Rinascimento maturo (ovvero quello che, con definizione vasariana, si è usi denominare “maniera moderna”), poche sono state le occasioni espositive in cui s’è potuto dar conto delle innovazioni introdotte dal grande maestro fiorentino, del primato da lui raggiunto nel contesto della Firenze laurenziana, dell’evoluzioni del gusto da lui determinato, del decisivo ruolo che la sua bottega ricoprì nell’ambito della formazione d’una vasta schiera d’artisti d’importanza tutt’altro che secondaria (basti pensare al solo Leonardo da Vinci).

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Elegia della biblioteca come cosa viva e necessaria

Una mensola candidata a tenere 35.000 volumi

Passaggi di vita. Lo scrittore argentino affida a un memoir il suo malinconico congedo dalla biblioteca che allestì in un granaio, a sud della Loira: «Vivere con i libri», da Einaudi

E’ senz’altro vero, come scrive Roberto Calasso nel suo Come ordinare la biblioteca che questo «è un tema altamente metafisico». Eppure non vanno trascurati né il dato materico né quello più prettamente sentimentale, veri perni attorno a cui ruota l’organizzazione fisica dei propri libri. Attrezzarsi una biblioteca è un fatto di scatole o cassoni, di piegamenti sulle gambe, di schiene doloranti, di polvere e starnuti. È una faccenda di disagio posturale, di caos prima che bibliografico reale: libri sparsi sopra il pavimento, attraversamento delle stanze con la mossa del cavallo, scotch e pennarelli.
E se estrarre i libri dalle scatole ha qualcosa di monumentale, e va dalla parte della costruzione, riporre nelle casse una biblioteca intera ha qualcosa di fallimentare e malinconico. È togliere la luce, sottrarre alla vita, ricorda la deposizione di un corpo nella bara. Leggi tutto “Elegia della biblioteca come cosa viva e necessaria”