Pontormo: l’insostenibile leggerezza dell’essere

La Deposizione del Pontormo, un capolavoro anticonformista che rompe con la tradizione

La “Deposizione” del Pontormo, conservata nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, è considerata uno dei capolavori fondanti del Manierismo. È di sicuro un’opera anticonformista che segna un netto distacco dalla tradizione.

È ormai riconosciuto il ruolo della Deposizione del Pontormo (Jacopo Carucci; Pontorme di Empoli, 1494 – Firenze, 1557) come capolavoro fondante di quel periodo storico che nella manualistica è detto “Manierismo”, malgrado l’opera possa esser letta anche (e forse soprattutto) come un capitolo a sé, come frutto dell’ingegno di un artista che, pur essendo figlio del suo tempo, non è incasellabile ed è oltremodo difficile da categorizzare.

Puoi continuare a leggere l’articolo al seguente link

https://www.finestresullarte.info/opere-e-artisti/deposizione-di-pontormo-santa-felicita-firenze-capolavoro-anticonformista

 

Un bizzarro protagonista della scultura fiorentina di primo Cinquecento

Battaglie come salsicce, e un nome

Maestro dei Bambini Turbolenti (Sandro di Lorenzo),

Maestro dei Bambini Turbolenti (Sandro di Lorenzo), “Battaglia di cavalieri”, primo quarto del XVI secolo, collezione privata (già Londra, Daniel Katz Gallery)

Lorenzo Principi, “Il Maestro dei bambini turbolenti. Sandro di Lorenzo scultore in terracotta agli albori della Maniera”, edizioni Aguaplano. Il libro ricostruisce l’avvincente storia critica del vorticoso eccentrico fiorentino fra Leonardo e Michelangelo. Fino a oggi anonimo, gli fornisce anche un’identità anagrafica Leggi tutto “Un bizzarro protagonista della scultura fiorentina di primo Cinquecento”

Un libro importante sul Pordenone

Pordenone come il vento

Alessandro Ballarin, “Pordenone ma anche Correggio e Michelangelo”, Officina libraria-Edizioni dell’Aurora . Un estenuante esercizio di lettura per inseguire l’artista friulano: che rappresenta, insieme a Lotto, l’opzione «alternativa» nel ricco quadro del Rinascimento padano

di Sergio Momesso, Alias, 17-5-2020

Giovanni Antonio Sacchi, il Pordenone,

Giovanni Antonio Sacchi, il Pordenone, “Pala della Misericordia, particolare, Pordenone, Duomo

Non è certo un instant book il nuovo libro di Alessandro Ballarin: Pordenone ma anche Correggio e Michelangelo, Officina libraria-Edizioni dell’Aurora (pp. 614, 500 ill. a colori e b/n, euro 45,00) Anche se vederlo uscire giusto in tempo per la recente mostra Il Rinascimento di Pordenone poteva farlo pensare. Un’opera che sfida il tempo e l’intelligenza del lettore come tutti i volumi di Ballarin, stampati prima con Bertoncello, poi con Grafiche Aurora. Non è il solito lussuoso tomo di grande formato, ma un ben più accessibile volume in-ottavo, che non rinuncia alla composizione in Bembo e alla solita partizione di testo e tavole su carte diverse (purtroppo i numeri non sono più maiuscoletti). Leggi tutto “Un libro importante sul Pordenone”

Tra artificio e natura: Bomarzo

Il Sacro Bosco di Bomarzo, un viaggio iniziatico tra le meraviglie del parco dei “mostri”

di Ilaria Baratta, Finestre sull’arte 31-5-2020

Proteo-Glauco

A Bomarzo, nella metà del Cinquecento, un nobile, Pier Francesco Orsini, decise di dar forma a un incredibile viaggio iniziatico tra bizzarre meraviglie: è il Sacro Bosco di Bomarzo, uno dei luoghi più straordinari del nostro paese.

“Tu ch’entri qua pon mente parte a parte e dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”, sentenzia una sfinge, e l’altra: “Chi con ciglia inarcate et labra strette non va per questo loco manco ammira le famose del mondo moli sette”, ovvero le sette meraviglie del mondo. Entrambe accolgono con queste parole chiunque entri e inizi a percorrere uno dei parchi più suggestivi d’Italia, il Sacro Bosco di Bomarzo, poiché qui s’incontrano natura e arte, o meglio, meraviglie che incantano il visitatore in un’escalation di figure strane e maestose. Leggi tutto “Tra artificio e natura: Bomarzo”

Potenza e maniera del Pordenone

La tempesta del Pordenone, il pittore che turbò e sgomentò Caravaggio

di Vittorio Sgarbi, 21-11-2019

Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone, Adorazione dei Magi (1520; affresco; Treviso, Duomo, Cappella Malchiostro)

Si scatena una tempesta nei cieli padani, all’arrivo del Pordenone (Giovanni Antonio de’ Sacchis; Pordenone, 1484 – Ferrara, 1539), reduce vittorioso da un match con Tiziano nella cappella Malchiostro del Duomo di Treviso. Il Cadorino è alle corde e l’insidioso Pordenone si abbatte su di lui con una furia incalzante. Non gli lascia spazio, domina con gli affreschi le pareti ai lati della scolastica Annunciazione di Tiziano. Tiziano ha istinto, e ha dimostrato di avvertire lo spirito dei tempi ne L’Assunta per la Chiesa dei Frari, ma Pordenone ha l’esperienza nuova della Cappella Sistina, di cui ha interiorizzato, senza traumi, il rumore e la paura che accusò Raffaello vedendola di nascosto, grazie a Bramante che gli aperse la porta della Cappella Sistina in assenza di Michelangelo Leggi tutto “Potenza e maniera del Pordenone”

El Greco, il visionario fanatico che voleva cancellare Michelangelo

El Greco, l’intemperante anti-vasariano

A Parigi, Grand Palais, “Greco”, a cura di Guillaume Kientz. Una meteora in cromie mordenti da Candia a Toledo: con un soggiorno nella Roma farnesiana, che segna la sua insofferenza verso Michelangelo

di Massimo Romeri, Alias, 22-12-2019

El Greco,

Alcune associazioni tra opere contemporanee e opere del passato sono diventate luoghi comuni della storiografia artistica: sono paragoni più o meno originali che dimostrano quanto sia stratificata la memoria figurativa. In questo senso, la parabola critica di Domínikos Theotokópoulos (1541-1614) è esemplare. El Greco, pressappoco dimenticato fino alla seconda metà dell’Ottocento, diventa un beniamino delle avanguardie di primo Novecento: «un pittore veneziano, che però è cubista nella costruzione», disse Picasso. Leggi tutto “El Greco, il visionario fanatico che voleva cancellare Michelangelo”

Il sesso nell’espressione artistica d’autore del Cinquecento: maschi focosi e femmine passive

Com’era il sesso nel Cinquecento? Fatto di orge, dildo e copule acrobatiche: chiedere a Giulio Romano e colleghi

Bottega di Raffaello, Giovane figura femminile di profilo, verso (1517 circa?; sanguigna, 362 x 256 mm; Parigi, Musée du Louvre, Cabinet des dessins)
Recensione della mostra “Giulio Romano. Arte e desiderio” a Mantova, Palazzo Te, dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020.

“Il petrarchismo è una malattia cronica della letteratura italiana”, scriveva Arturo Graf al principio d’un suo memorabile saggio del 1888: e il Cinquecento è “il secolo in cui il petrarchismo galla, lussureggia, trionfa e strabocca”. Difficile, tuttavia, ragionare sul perché, proprio nel XVI secolo, si diffuse un così vasto, pervasivo e capillare interesse per la poesia di Petrarca: c’è stato chi, ritenendo il sentimento dell’amore l’unico sul quale si poteva liberamente poetare in un’epoca in cui rigido era il controllo della Chiesa sulla produzione culturale, sosteneva che Petrarca fosse una scelta sostanzialmente obbligata.

Leggi tutto “Il sesso nell’espressione artistica d’autore del Cinquecento: maschi focosi e femmine passive”

Spudoratezza della committenza tra festa e affermazione di sé

Gravina in Puglia, la singolare storia della chiesa con la facciata a forma di stemma nobiliare

Chiesa della Madonna delle Grazie <Gravina in Puglia>

Un vescovo probabilmente affetto da problemi di megalomania ma molto scaltro e avveduto, una comunità di fedeli estremamente devota al culto di un’immagine della Madonna, una grande disponibilità di denaro: sono questi gli ingredienti che portarono, nel 1602, alla realizzazione di una delle chiese più singolari del mondo, il santuario della Madonna della Grazia (o “delle Grazie”: nel corso della storia ci si è riferiti all’edificio di culto in entrambi i modi) a Gravina in Puglia. Leggi tutto “Spudoratezza della committenza tra festa e affermazione di sé”

Una piccola mostra esemplare: il lato misterioso della pittura della Controriforma

Michelangiolismo a passo ridotto, nella solitudine

A Roma, Palazzo Barberini, “Michelangelo a colori”, a cura di Francesca Parrilla e Massimo Pirondini. Il mistico Marco Pino, il fiabesco Lelio Orsi, Jacopino del Conte horror, la malinconia di Marcello Venusti: rileggere “Pittura e Controriforma”, il più bel libro di Federico Zeri, in occasione di una mostra minima, ma speciale, sulle opere a colori derivate da disegni e «cartonetti» del Buonarroti

Marcello Venusti,

Marcello Venusti, “L’Orazione nell’orto”, Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Palazzo Barberini

Bagliori improvvisi, fiammate lievissime di impalpabile nebbia fosforescente, misteriosi accordi rivelati dal subitaneo schiudersi di una ignorata pupilla, finora cieca, che rivela il mondo di tutti i giorni secondo un volto così inusitato da trasformare gli incontri più abituali in tenerissime agnizioni». I vecchi e malinconici ricordi della lettura di Pittura e Controriforma, il più bel libro di Federico Zeri, vengono ridestati da un’occasione, piccola ma speciale, alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini: la mostra Michelangelo a colori, pensata intelligentemente da Yuri Primarosa e curata da Francesca Parrilla e Massimo Pirondini (fino al 6 gennaio, catalogo De Luca, e 32,00).

Leggi tutto “Una piccola mostra esemplare: il lato misterioso della pittura della Controriforma”

Irrequieto e affascinante: Romanino, uno degli artisti che più amiamo

La Loggia del Romanino nel Castello del Buonconsiglio di Trento: storia e significato di un capolavoro del Cinquecento

da Finestre sull’arte, 14-3-2019

Loggia del Romanino, dettaglio: assassinio di Virginia. Ph. Credit Francesco Bini

La Loggia Grande del Magno Palazzo nel Castello del Buonconsiglio a Trento fu affrescata, tra il 1531 e il 1532, da Girolamo Romani, detto il Romanino: è uno dei grandi capolavori del Cinquecento.

“Una specie di volta della Farnesina, per quanto riguarda i compiti illustrativi e la ripartizione formale”: così, nel 1930, lo storico dell’arte Antonio Morassi definiva la Loggia Grande del Castello del Buonconsiglio a Trento, uno degli ambienti affrescati tra i più sontuosi e magnifici dell’intero Trentino. A decorarla fu, tra il 1531 e il 1532, uno dei più grandi artisti del tempo: Girolamo Romani, detto il Romanino (Brescia, 1485 – 1566).

Leggi tutto “Irrequieto e affascinante: Romanino, uno degli artisti che più amiamo”