La Maestà di Duccio di Buoninsegna: un capolavoro della storia dell’arte italiana
di Francesca Interguglielmi, Finestre sull’arte, 15-10-2021
la storia dell'arte libera la mente
di Francesca Interguglielmi, Finestre sull’arte, 15-10-2021
di Federico Giannini e Ilaria Baratta, Finestre sull’arte, 27-2-2021
È la più grande tavola dipinta del XIII secolo che ci sia nota: un’imponente opera di quattro metri e mezzo d’altezza per quasi tre di larghezza. Si tratta della Madonna Rucellai, straordinario capolavoro di Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255 circa – 1319), che oggi accoglie i visitatori della Galleria degli Uffizi di Firenze all’inizio del percorso del museo.
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di Francesca Interguglielmi, Finestre sull’arte, 15-10-2021
La Maestà di Duccio di Buoninsegna, capolavoro conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena, è una delle opere fondamentali della storia dell’arte italiana. Fu dipinta tra il 1308 (ma forse anche prima) e il 1311 e la sua consegna fu anche un evento per Siena.
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di Ilaria Baratta 10-12-2020
Nel centro storico di Parma sorge vicino al Duomo una delle maggiori imprese artistiche del Duecento italiano, il Battistero, il cui esterno denota uno stretto legame tra scultura e architettura, come solo Benedetto Antelami (Val d’Intelvi, 1150 circa – Parma, 1230) sapeva fare. Considerato tra i monumenti più significativi del passaggio dal romanico al gotico, rimanda alle più moderne tendenze culturali europee di allora, perché a differenza della tradizione romanica e più similmente invece ai portali delle chiese gotiche francesi, come Chartres, Notre-Dame e Amiens, si delinea una forte connessione iconografica tra lunetta, architrave e archivolto, a cui si aggiungono gli stipiti scolpiti, tipici della tradizione romanica. Leggi tutto “Antelami scultore tra romanico e gotico”
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Sulla parete settentrionale della Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena si estende per 110 metri quadri uno dei capolavori della pittura senese, realizzato, a partire presumibilmente dal 1312, da Simone Martini (Siena, 1284 circa – Avignone, 1344). Si tratta della Maestà, opera commissionata al pittore senese dal Governo dei Nove, espressione dei grandi mercanti, banchieri e grandi imprenditori cittadini, che rimase al potere dal 1287 al 1355. Nella sala in cui venivano dipinte le conquiste territoriali senesi tramite la rappresentazione dei castelli assoggettati, viene scelto di raffigurare un preciso soggetto religioso ben presente nell’immaginario collettivo a Siena, in quanto dal 1311 era presente sull’altare maggiore del Duomo la splendida Maestà di Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255 – 1318/1319). Stesso soggetto, ma due realizzazioni con motivazioni e intenti ben diversi. Leggi tutto “La Maestà di Simone a Siena: avremmo dovuto essere là…”
Antichi Maestri al tempo del coronavirus: Taddeo di Bartolo. L’eredità di Duccio e Simone Martini resta sempre viva, ma le figure via via acquistano peso… Gail E. Solberg ha dedicato anni e anni di studio al pittore del Tre-Quattrocento. La mostra, alla Galleria Nazionale di Perugia, è chiusa: riaprirà? Resta l’importante catalogo.
di Massimo Romeri, alias, 12-4-2020
Pisa, il nuovo allestimento del Museo dell’Opera del Duomo. L’idea museografica consiste nel tentare di riconnettere idealmente la ricca raccolta di opere d’arte, soprattutto capolavori di scultura gotica, al tessuto di provenienza. Caso emblematico di «illusività», la sala di Giovanni Pisano, protagonista assoluto della collezione
di Daniele Giorgi, ALias, 3-11-2019
La sala 7 del nuovo allestimento del Museo dell’Opera del Duomo di Pisa, dedicata a Tino di Camaino e Lupo di Francesco
In una realtà museale chiaroscurata come quella della città di Pisa, che – a fronte dell’inaugurazione delle «Navi antiche» negli Arsenali medicei nel giugno scorso – sconta la difficile accessibilità del principale museo statale della città, quello di San Matteo, costituisce un segnale indubbiamente positivo la riapertura del Museo dell’Opera del Duomo in Piazza dei Miracoli, totalmente riallestito per volontà dell’Opera della Primaziale. Leggi tutto “Sul museo di Piazza dei Miracoli a Pisa”
La guglia di Notre Dame bucava le nuvole e svettava oltre i tetti, raccordando le diverse epoche di Parigi, cucendo insieme i frames di celebri film, le atmosfere brumose dei dipinti dell’800 (e scapigliate di Matisse), le pagine d’amore e disperazione di Hugo, il Medioevo vero e quello inventato dI Viollet-le-Duc: fu lui a restaurare per vent’anni, inseguendo un sogno romantico, la cattedrale che, dopo la Rivoluzione francese, era stata spogliata di tutto e cadeva in rovina.