Per il FAI nei Beni Culturali i volontari sono meglio dei professionistie Franceschini, ministro ancora per poco speriamo, plaude.
Leggete qui sotto l’articolo da lui pubblicato. Da professionista dei Beni Culturali e da cittadino mi associo a chi chiede le pubbliche scuse del FAI. Duole conoscereda parte di un’associazione senza dubbio benemerita una così squallida considerazione delle guide turistiche professionali. Se siete soci protestate!
Da ieri sera circolano in rete queste parole del presidente del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Eravamo indecisi se pubblicarle, perché oltre che offensive, sono soprattutto ridicole: tuttavia, pensate.
Dato il dibattito che si sta sollevando, diciamo la nostra, per evitare che il dibattito stesso vada in direzioni sbagliate.
Andrea Carandini dice due falsità, ma mente sapendo di mentire, per proprio interesse. Perché lo fa dunque? Per portare acqua al mulino dell’associazione da lui presieduta, certo, ma non solo. Mente per portare ancora più in là l’asticella del dibattito, istillare il dubbio che la “passione” sia una sorta di competenza professionale, nei beni culturali, equiparabile alla “conoscenza”, e chi la possiede sia migliore del professionista. Ovviamente è falso, e lui lo sa: la passione è un valore, ma non una competenza, al professionista è richiesta professionalità, non passione. Sia chiaro, è bene, è fondamentale che ci sia la passione, e tra le guide, ma in genere nel nostro mondo. il professionisti non appassionati sono mosche bianche, a differenza di ciò che accade in tantissimi altri ambiti professionali. Ma a medici, notai e ingegneri, è richiesta prima la professionalità, poi la passione. Ed è così per ogni professione: il volontario che aiuta negli scampoli di tempo non è in nessun modo equiparabile al professionista, nè la sua “passione” lo può legittimare ad equiparsi ad esso. Non cadiamo nel tranello escogitato dal professor Carandini. Il quale dice due stupidaggini prive di fondamento e interessate, che così vanno trattate.
Ci augureremmo scuse pubbliche da parte del FAI e dimissioni del suo Presidente. Per una questione di immagine e dignità.
Dato il dibattito che si sta sollevando, diciamo la nostra, per evitare che il dibattito stesso vada in direzioni sbagliate.
Andrea Carandini dice due falsità, ma mente sapendo di mentire, per proprio interesse. Perché lo fa dunque? Per portare acqua al mulino dell’associazione da lui presieduta, certo, ma non solo. Mente per portare ancora più in là l’asticella del dibattito, istillare il dubbio che la “passione” sia una sorta di competenza professionale, nei beni culturali, equiparabile alla “conoscenza”, e chi la possiede sia migliore del professionista. Ovviamente è falso, e lui lo sa: la passione è un valore, ma non una competenza, al professionista è richiesta professionalità, non passione. Sia chiaro, è bene, è fondamentale che ci sia la passione, e tra le guide, ma in genere nel nostro mondo. il professionisti non appassionati sono mosche bianche, a differenza di ciò che accade in tantissimi altri ambiti professionali. Ma a medici, notai e ingegneri, è richiesta prima la professionalità, poi la passione. Ed è così per ogni professione: il volontario che aiuta negli scampoli di tempo non è in nessun modo equiparabile al professionista, nè la sua “passione” lo può legittimare ad equiparsi ad esso. Non cadiamo nel tranello escogitato dal professor Carandini. Il quale dice due stupidaggini prive di fondamento e interessate, che così vanno trattate.
Ci augureremmo scuse pubbliche da parte del FAI e dimissioni del suo Presidente. Per una questione di immagine e dignità.
Associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, 18 marzo 2018